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432 DE GERBAIX DI SONNAZ Si raccomandava poi ai plenipotenziari di osservare ai francesi che un solo assedio' mal riuscito potrebbe arrecare danni irreparabili all'esercito francese, che alila Sardegna rimanevano ancora sufficienti mezzi di difesa e massime la chiamata alle armi di tuttb, la popolazione. Il Consesso^ voleva infine che si venisse a prontissime trattative col nemico. Vennero scelti quali inviati a Genov'a il cavalier Ignazio Thaon di Revel colonnello e ministro plenipotenziario, che non avendo veruna speranza di riuscire a qualche cosa di buono rifiutò l'incarico di sì grave responsabilità. Il cardinale Costa però disse che, visto che il cavalier di Revel non credeva poter fare bene, bisogniava scegliere un altro. Ma non si trovò queir al¬ tro. Allora Carlo Emanuele, principe di Piemonte, disse al Re : se V. M. ordina al cavaliere di andare è un troppo fedele suddito per non obbedire subito e fare del suo meglio. A queste parole il Re voltandosi verso Revel gli disse di accettare, ed alzandosi in piedi gli soggiunse : (( Vi aspetto questa sera per farvi conoscere le mie intenzioni». Revel trovò la sera Vittorio Amedeo III profondamente addolorato, sofferente, su un seggiolone, che gli disse : Badate di ottenere condizioni non troppo onerose; ma in ogni caso concludete un armistizio e rammenta¬ tevi che solo ridotto all'estrema necessità potrei subire una alleanza coi ri¬ voluzionari. Confido che mi risparmierete questa prova dolorosa. Poi nel congedarlo, presolo per una maino, gliela strinse affettuosamente. Il signor cavalier di Revel, prima di partire per Genova li 22 aprile col signor Ulloa, ministro di Spagna a Torino, volle conferire col ministro inglese Trevor per ben spieg'argli la situazione delle cose e dimostrargli la necessità di negoziare pel Piemonte e cosi avere riguardo all'Inghilterra e per mezzo del Governo inglese calmare l'Austria ed evitare un doppio pe¬ ricolo : ma non potè ritrovarlo, come pure l'altro rappresentante britannico ^1 signor Draek, ai quali scrisse poi da Genova nel senso' indicato e con¬ sigliava loro di spingere il Beaulieu, in caso di non riuscita delle sue pra¬ tiche a Genova, a sostenere ancora le operazioni dell'esercito Sardo. La scelta di Ignazio di Revel era felice. Nessuno più di lui era in grado di trattare l'armistizio e la piace coi Francesi, vista l'esperienza acquistata •nella sua missione diplomatica in Olanda nel 1789 e le sue pratiche cogli Inglesi e gli Austriaci negli anni 1793-94-95-96. Ma meno felice fu quella di dargli quale collega il cavalier Tonso, un vero burocratico, con tutti i difetti delle dette funzioni. In tutte le trattative di quei tempi difficili non scorgiamo brillare il ca¬ valiere Tonso, che era direttore generale delle R. Poste in Piemonte e primo uffiziale del dicastero degli esteri di Torino. Esso sempre inclinò a pace e ne parlò nelle varie conferenze ed era unito alla missione di Genova col Revel per fare piacere alla classe borghese di Torino. Il cavalier Tonso andò pure a Parigi poco dopo per negoziare la pace del 15 maggio 1796, ove ebbe sempre una ptarte secondaria, sebbene fosse un fedele funzionario. Eòco la sua impressione nel viaggio per Parigi ;
Title | Miscellanea di storia italiana. Terza serie. Tomo XVIII. |
Contributors | Regia Deputazione di storia patria. |
Publisher | Stamperia Reale, |
Date | 1918 |
Call Number | DG651.M67 |
Language | Italian |
Subject | Italy History Sources. |
Type | Books/Pamphlets |
Related Resource Identifier | http://yufind.library.yale.edu/yufind/Record/2820196 |
Title | Page 431 |
Type | Books/Pamphlets |
Transcript | 432 DE GERBAIX DI SONNAZ Si raccomandava poi ai plenipotenziari di osservare ai francesi che un solo assedio' mal riuscito potrebbe arrecare danni irreparabili all'esercito francese, che alila Sardegna rimanevano ancora sufficienti mezzi di difesa e massime la chiamata alle armi di tuttb, la popolazione. Il Consesso^ voleva infine che si venisse a prontissime trattative col nemico. Vennero scelti quali inviati a Genov'a il cavalier Ignazio Thaon di Revel colonnello e ministro plenipotenziario, che non avendo veruna speranza di riuscire a qualche cosa di buono rifiutò l'incarico di sì grave responsabilità. Il cardinale Costa però disse che, visto che il cavalier di Revel non credeva poter fare bene, bisogniava scegliere un altro. Ma non si trovò queir al¬ tro. Allora Carlo Emanuele, principe di Piemonte, disse al Re : se V. M. ordina al cavaliere di andare è un troppo fedele suddito per non obbedire subito e fare del suo meglio. A queste parole il Re voltandosi verso Revel gli disse di accettare, ed alzandosi in piedi gli soggiunse : (( Vi aspetto questa sera per farvi conoscere le mie intenzioni». Revel trovò la sera Vittorio Amedeo III profondamente addolorato, sofferente, su un seggiolone, che gli disse : Badate di ottenere condizioni non troppo onerose; ma in ogni caso concludete un armistizio e rammenta¬ tevi che solo ridotto all'estrema necessità potrei subire una alleanza coi ri¬ voluzionari. Confido che mi risparmierete questa prova dolorosa. Poi nel congedarlo, presolo per una maino, gliela strinse affettuosamente. Il signor cavalier di Revel, prima di partire per Genova li 22 aprile col signor Ulloa, ministro di Spagna a Torino, volle conferire col ministro inglese Trevor per ben spieg'argli la situazione delle cose e dimostrargli la necessità di negoziare pel Piemonte e cosi avere riguardo all'Inghilterra e per mezzo del Governo inglese calmare l'Austria ed evitare un doppio pe¬ ricolo : ma non potè ritrovarlo, come pure l'altro rappresentante britannico ^1 signor Draek, ai quali scrisse poi da Genova nel senso' indicato e con¬ sigliava loro di spingere il Beaulieu, in caso di non riuscita delle sue pra¬ tiche a Genova, a sostenere ancora le operazioni dell'esercito Sardo. La scelta di Ignazio di Revel era felice. Nessuno più di lui era in grado di trattare l'armistizio e la piace coi Francesi, vista l'esperienza acquistata •nella sua missione diplomatica in Olanda nel 1789 e le sue pratiche cogli Inglesi e gli Austriaci negli anni 1793-94-95-96. Ma meno felice fu quella di dargli quale collega il cavalier Tonso, un vero burocratico, con tutti i difetti delle dette funzioni. In tutte le trattative di quei tempi difficili non scorgiamo brillare il ca¬ valiere Tonso, che era direttore generale delle R. Poste in Piemonte e primo uffiziale del dicastero degli esteri di Torino. Esso sempre inclinò a pace e ne parlò nelle varie conferenze ed era unito alla missione di Genova col Revel per fare piacere alla classe borghese di Torino. Il cavalier Tonso andò pure a Parigi poco dopo per negoziare la pace del 15 maggio 1796, ove ebbe sempre una ptarte secondaria, sebbene fosse un fedele funzionario. Eòco la sua impressione nel viaggio per Parigi ; |
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