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444 DE GERBAIX DI SONNAZ I due plenipotenziarii del Re Vittorio Amedeo III, traversando, al loro arrivo a Parigi il Faubourg S. Germain, si erano incrociati colle vetture che conducevano alle carceri dell'Abbaye i due famosi cospiratori. Essi forse avrebbero potuto sperare qualche condizione mite di pace se non avessero avuto contro i due fatti seguenti : i) Il rapporto del generale Bonaparte al Direttorio, che era cosi con¬ cepito : (( In quanto alle condizioni della pace alla Sardegna voi potete det- (( tare ciò che vi conviene poiché tengo in mio potere le piazze forti del Pie- (( monte e, se non potete mettervi d'accordo, io terrò queste fortezze e mar- (( cierò su TorinO' » ; 2) Inoltre il Direttoirio sapeva da quel traditore già menzionato di Torino che i due plenipotenziarii avevano come istruzione del Re di cedere su tutte le pretese francesi. Li II maggio 1796 il marchese del Gampo' presentò i cavalieri di Revel e Tonso, plenipotenziarii sardi, al signor Charles de Lacroix, ministro delle relazioni estere della Repubblica francese. Questa prima visita non fu che una visita di pura forma, ed il ministro invitò i diplomatici piemontesi ad una conferenza fissata al giorno dopo, li 12 maggio. Nella conferenza del 12 maggio i plenipotenziarii sardi incominciarono le trattative chiedendo una nota, riguardo all'armistizio; ciò era stato sti¬ pulato a Cherasco (( que les hostilités, recommenceroient cinq jours après la fin des négociations; come questa redazione poteva dare luogo ad inconve¬ nienti, i sardi chiesero^ que les hostilités ne recommenceraient qu'un certain nombre de jours, dix ou quinte après la notification mutuelle que les géné¬ raux se seraient faite de la cessation des négociations. Essi chiesero- inoltre che il Direttorio ordinasse ai generali e commissarii francesi di niente mu¬ tare in Piemonte nell'ordine civile, politico e religioso nei paesi posti nella linea di confine dell'armistizio. Questa notai dei cavalieri di Revel e Tonso rimase senza risposta dal Direttorio. Del resto il primo articolo diventò subito inutile per motivo del precipitarsi del negoziato. Nella stessa seduta il ministro francese propose gli articoli come ven¬ nero dettati dal Direttorio. II trattato (i) firmato a Parigi il 26 floreale anno II (15 maggio 1796), ratificato da Re Vittorio Amedeo IH" il i"* giugno, il 16 giugno dal Corpo legislativo francese, e lo scambio delle ratifiche ebbe luogo a Parigi li 17 giugno 1796. Ecco le principali disposizioni del trattato det 15 maggio 1796 fra il Regno di Sardegna e la Repubblica Francese : Article 3. — Le Roi renon^ait à perpétuité en faveur de la Républi- (( que fran^ise au duché de Savoie, et aux Comtés de Nice, de Tende et (( de Breuil. (i) Traités puhlics de la R. Maison de Savoie; III, 548-551. — Thaon de RevÉl, Mém. sur la guerre des Alpes; 358-363. —- Revel, Mémoires, op. cit.; 358-363.
Title | Miscellanea di storia italiana. Terza serie. Tomo XVIII. |
Contributors | Regia Deputazione di storia patria. |
Publisher | Stamperia Reale, |
Date | 1918 |
Call Number | DG651.M67 |
Language | Italian |
Subject | Italy History Sources. |
Type | Books/Pamphlets |
Related Resource Identifier | http://yufind.library.yale.edu/yufind/Record/2820196 |
Title | Page 443 |
Type | Books/Pamphlets |
Transcript | 444 DE GERBAIX DI SONNAZ I due plenipotenziarii del Re Vittorio Amedeo III, traversando, al loro arrivo a Parigi il Faubourg S. Germain, si erano incrociati colle vetture che conducevano alle carceri dell'Abbaye i due famosi cospiratori. Essi forse avrebbero potuto sperare qualche condizione mite di pace se non avessero avuto contro i due fatti seguenti : i) Il rapporto del generale Bonaparte al Direttorio, che era cosi con¬ cepito : (( In quanto alle condizioni della pace alla Sardegna voi potete det- (( tare ciò che vi conviene poiché tengo in mio potere le piazze forti del Pie- (( monte e, se non potete mettervi d'accordo, io terrò queste fortezze e mar- (( cierò su TorinO' » ; 2) Inoltre il Direttoirio sapeva da quel traditore già menzionato di Torino che i due plenipotenziarii avevano come istruzione del Re di cedere su tutte le pretese francesi. Li II maggio 1796 il marchese del Gampo' presentò i cavalieri di Revel e Tonso, plenipotenziarii sardi, al signor Charles de Lacroix, ministro delle relazioni estere della Repubblica francese. Questa prima visita non fu che una visita di pura forma, ed il ministro invitò i diplomatici piemontesi ad una conferenza fissata al giorno dopo, li 12 maggio. Nella conferenza del 12 maggio i plenipotenziarii sardi incominciarono le trattative chiedendo una nota, riguardo all'armistizio; ciò era stato sti¬ pulato a Cherasco (( que les hostilités, recommenceroient cinq jours après la fin des négociations; come questa redazione poteva dare luogo ad inconve¬ nienti, i sardi chiesero^ que les hostilités ne recommenceraient qu'un certain nombre de jours, dix ou quinte après la notification mutuelle que les géné¬ raux se seraient faite de la cessation des négociations. Essi chiesero- inoltre che il Direttorio ordinasse ai generali e commissarii francesi di niente mu¬ tare in Piemonte nell'ordine civile, politico e religioso nei paesi posti nella linea di confine dell'armistizio. Questa notai dei cavalieri di Revel e Tonso rimase senza risposta dal Direttorio. Del resto il primo articolo diventò subito inutile per motivo del precipitarsi del negoziato. Nella stessa seduta il ministro francese propose gli articoli come ven¬ nero dettati dal Direttorio. II trattato (i) firmato a Parigi il 26 floreale anno II (15 maggio 1796), ratificato da Re Vittorio Amedeo IH" il i"* giugno, il 16 giugno dal Corpo legislativo francese, e lo scambio delle ratifiche ebbe luogo a Parigi li 17 giugno 1796. Ecco le principali disposizioni del trattato det 15 maggio 1796 fra il Regno di Sardegna e la Repubblica Francese : Article 3. — Le Roi renon^ait à perpétuité en faveur de la Républi- (( que fran^ise au duché de Savoie, et aux Comtés de Nice, de Tende et (( de Breuil. (i) Traités puhlics de la R. Maison de Savoie; III, 548-551. — Thaon de RevÉl, Mém. sur la guerre des Alpes; 358-363. —- Revel, Mémoires, op. cit.; 358-363. |
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